Blog - CP Printing https://www.cpprinting.it/blog/ Tue, 10 Sep 2019 07:36:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 https://www.cpprinting.it/wp-content/uploads/2019/09/cropped-favicon-32x32.png Blog - CP Printing https://www.cpprinting.it/blog/ 32 32 Come è nata la penna a sfera? https://www.cpprinting.it/come-e-nata-la-penna-a-sfera/ https://www.cpprinting.it/come-e-nata-la-penna-a-sfera/#respond Mon, 09 Sep 2019 14:52:57 +0000 http://www.cpprinting.it/?p=4113 Tutti conosciamo la penna a sfera, comunemente anche chiamata biro,...

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Tutti conosciamo la penna a sfera, comunemente anche chiamata biro, in quanto è lo strumento utilizzato per scrivere su carta in tutto il mondo. Nonostante però sia utilizzata quotidianamente, quanti di voi sanno come è nata la penna a sfera?

La penna a sfera è stata inventata alla fine degli anni ’30, da un inventore e giornalista ungherese, Laszlo Jozsef Biro, da cui prese poi il nome; l’idea, gli arrivò all’improvviso mentre osservava dei bambini giocare in strada a biglie; il giovane giornalista ungherese osservò infatti, come appena il bambino tirava una delle palline di vetro, quella schizzava via dalla sua mano per arrivare a destinazione dopo essere però rotolata in una pozzanghera e aver lasciato dietro di sé, nella polvere, una perfetta scia liquida. Come se la biglia scrivesse, insomma! Trovare una soluzione al problema delle macchie che le penne stilografiche lasciavano sui fogli era diventata un’esigenza, così Biro, che aveva l’ossessione di non sporcarsi le mani, provò a sostituire il tipo di inchiostro che si usava per scrivere ,con quello delle rotative che stampavano i giornali; il nuovo liquido era però viscoso e rendeva difficoltosa e poco fluida la scrittura; così a Biro venne un’altra idea, semplice e geniale: all’interno della punta inserì una piccola pallina metallica che permetteva la distribuzione omogenea dell’inchiostro, con lo stesso principio che permetteva ai cilindri rotanti di stampare la carta dei giornali e alla biglia di creare una perfetta scia liquida dopo essere rotolata in una pozzanghera.. Era nata la penna a sfera! Biro però, durante la guerra, cedette il brevetto al barone italiano Marcel Bich, che riuscì a produrre una penna abbattendo i costi del 90%, e la commercializzò in tutto il mondo. La prima penna a sfera venne presentata al grande pubblico nel 1985 in Argentina e fu da allora associata al nome di Bich, semplificato successivamente in Bic, che divenne ricchissimo. Biro morì invece in estrema povertà a Buenos Aires il 24 novembre 1985. Le prime penne a sfera approdarono in Italia subito dopo la guerra ma furono inizialmente osteggiate, soprattutto dai maestri a scuola, poiché si riteneva che peggiorassero la grafia. Anche negli uffici la biro (il primo a chiamarla così, in onore del suo inventore, pare sia stato Italo Calvino) fu off limits fino agli anni ’60. Poi, inevitabilmente, tutto cambiò.

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Montblanc le penne di chi ha scritto al storia https://www.cpprinting.it/montblanc-le-penne-di-chi-ha-scritto-al-storia/ https://www.cpprinting.it/montblanc-le-penne-di-chi-ha-scritto-al-storia/#respond Mon, 09 Sep 2019 14:49:27 +0000 http://www.cpprinting.it/?p=4109 Montblanc, da un secolo sinonimo della più alta cultura della...

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Montblanc, da un secolo sinonimo della più alta cultura della scrittura, si affida a valori che durano nel tempo, come la qualità e la tradizione artigiana. Le sue scelte senza compromessi in fatto di forma, stile, materiali e raffinata maestria si riflettono nei suoi prodotti.

1906

L’inizio del secolo “moderno” infonde nuova creatività ad inventori ed artigiani. Grazie all’aiuto del loro ingegno e della loro immaginazione, la penna stilografica conosce una vera svolta tecnico-commerciale. Sono Alfred Nehemias, banchiere di Amburgo, ed August Eberstein, ingegnere berlinese, che colgono i segnali del cambiamento e decidono di produrre le penne simplicissimus. Dopo un breve periodo di tempo, Wilhelm Dziambor, Christian Lauser e in seguito anche Claus Johannes Voss rilevano l’attività e gettano così le fondamenta del futuro successo internazionale dell’azienda Montblanc.

1909

La stilografica sicura “Rouge et Noir” viene lanciata sul mercato. Viene istituito il nome “Montblanc” e si dice che questo avvenne durante una partita a carte, quando un parente di uno dei soci paragonò la penna, divenuta l’esempio più eccelso degli strumenti da scrittura, al Monte Bianco, la vetta più maestosa delle Alpi.

1910

Il nome “Montblanc” diventa un marchio registrato ed è utilizzato da quel momento per tutti gli strumenti da scrittura realizzati dall’azienda. Inoltre, viene introdotta una versione della stilografica “Montblanc” tecnicamente più avanzata. La punta bianca sul cappuccio della penna è antesignana di quella che diverrà in seguito la famosa stella bianca nota in tutto il mondo. Parigi e Londra divengono le sedi dei primi rappresentanti Simplo all’estero.

1924

Il 1924 è stato un anno fondamentale nella storia della scrittura, con il lancio della collezione “Meisterstück” di Montblanc e l’introduzione di uno dei più conosciuti strumenti da scrittura al mondo. La penna stilografica Meisterstück 149 ha successivamente completato la serie, esemplificando in maniera sublime lo stile inconfondibile della collezione Meisterstück.

1934

La società assume ufficialmente il nome, ormai famoso in tutto il mondo, di “Montblanc Simplo GmbH”.

1946

Le manifatture Montblanc, distrutte nel corso della seconda guerra mondiale, vengono rapidamente ricostruite. In questo periodo le stilografiche Montblanc vengono prodotte anche in Danimarca e gli uffici di rappresentanza all’estero riprendono la loro attività.

1986

Appena lanciato, il famoso slogan “Montblanc – The Art of Writing” diviene un modello per molti brand nel settore del lusso. La penna stilografica, uno strumento da scrittura ideale, conosce una nuova giovinezza negli anni ’80. Viene presentata la collezione “Meisterstück Solitaire”, la versione in metallo prezioso della Meisterstück. Numerose iniziative internazionali di sponsorizzazione nel campo della letteratura, del balletto e della musica segnano l’inizio dell’impegno di Montblanc nei confronti dell’arte e della cultura a livello mondiale.

1994

La Meisterstück Solitaire Royal, con 4.810 diamanti meticolosamente incastonati a mano, diviene la stilografica più costosa al mondo.

2004

Per combattere il problema dell’analfabetismo nel mondo e per enfatizzare l’importanza della scrittura, Montblanc, in collaborazione con l’UNICEF, chiede a 149 personaggi celebri, come Michail Gorbaciov, Bianca Jagger, Nadja Auermann e Luciano Pavarotti, di scrivere, con una stilografica Montblanc Meisterstück 149, una dedica sul tema: “Mi piace scrivere perché…”. Le dediche e le stilografiche con incisa la firma delle celebrità vengono vendute all’asta e tutti i proventi sono devoluti direttamente all’ UNICEF.

2012

Montblanc celebra i 20 anni del Montblanc de la Culture Arts Patronage Award inaugurando la più grande boutique Montblanc al mondo a Sanlitun, Pechino: un concept store interattivo e innovativo su quattro piani, distribuito su una superficie di 1.800 m2, che permette ai visitatori di esplorare a fondo l’universo Montblanc. Montblanc crea la sua Pelletteria a Firenze, centro storico della pelletteria d’artigianato in Italia.

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Storia e sviluppi della fotocopiatrice https://www.cpprinting.it/storia-e-sviluppi-della-fotocopiatrice/ https://www.cpprinting.it/storia-e-sviluppi-della-fotocopiatrice/#respond Mon, 09 Sep 2019 14:21:55 +0000 http://www.cpprinting.it/?p=4103 Nell’OttocentoJames Watt inventò una macchina per la copiatura, precursore delle...

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Nell’OttocentoJames Watt inventò una macchina per la copiatura, precursore delle fotocopiatrici.

Nel 1937, invece, fu l’italianoFerdinando Meomartini- esperto di legislazione e burocrazia automobilistica – a proporre alle autorità competenti all’immatricolazione degli autoveicoli di sostituire alle copie degli atti (che fino ad allora erano compilate e autenticate a mano dal notaio), le fotografie dei documenti di proprietà, di acquisto o vendita delle autovetture, evitando così i lunghissimi tempi di attesa. La sua proposta, sebbene non accolta, anticipava di decenni il ciclostile e la fotocopiatrice.

Il processo attualmente più diffuso, basato sullaxerografia, fu inventato daChester Carlson, un avvocato dell’ufficio brevetti diNew Yorke inventore nel tempo libero. Nel suo lavoro Carlson doveva spesso copiare documenti a mano, e soffrendo diartritetrovava la cosa tediosa e causa di dolori. Ciò lo indusse a studiare nuovi metodi di copiatura, in particolare basati sullafotoconduttività. Egli lavorò nella sua cucina di casa e nel1938poté brevettare un processo. La prima “fotocopia” fu fatta usando una lastra dizincoricoperta dizolfo. La parola “10-22-38 Astoria” era scritta su un vetrino dimicroscopiocollocato sopra lo strato di zolfo e sotto una intensa sorgente di luce. Dopo avere rimosso il vetrino, un’immagine speculare della scritta rimase incisa sulla lastra.

Carlson cercò di vendere la sua idea ad alcune aziende, ma poiché il processo non era ancora del tutto sviluppato, fallì nell’impresa. All’epoca, per effettuare copie venivano già usate lacarta carbonee altre macchine duplicatrici, e non era sentita la necessità di una macchina copiatrice elettronica.

Tra il1939e il1944Carlson contattò molte aziende tra cuiIBMeGeneral Electric, ma entrambe non ritenevano che esistesse un sufficiente mercato per le fotocopiatrici.

Nel1944ilBattelle Memorial Institute, un’organizzazionenon-profitdi Columbus nell’Ohio, supportò Carlson nel perfezionamento del nuovo processo. Nei successivi cinque anni l’istituto condusse esperimenti per migliorare la tecnica elettrofotografica. Nel1947la Haloid, una piccola azienda di New York specializzata nella produzione e vendita di carta fotografica, contattò ilBattelleper ottenere la licenza per lo sviluppo e il commercio di macchine copiatrici basate sulla nuova tecnologia.

La Haloid ritenne che il nomeelettrofotografia(electrophotography) fosse troppo complesso e di scarso richiamo commerciale. Dopo avere consultato un professore di lingue classiche all’università statale dell’Ohio, la Haloid e Carlson cambiarono il nome del processo inxerografia(xerography), formata da parole greche e con il significato discrittura a secco, per sottolineare la comodità rispetto ai sistemi precedenti. La Haloid decise di chiamare le nuove macchine copiatriciXeroxe nel1948registrò il nome come marchio commerciale.

Nel 1949l’azienda da ora nota come Xerox introdusse la prima macchina fotocopiatrice con il nome diModello A. L’azienda ebbe un tale successo che nel mondo anglosassone il nome divenne di uso comune per indicare la fotocopiatura (Xeroxing) anche se la cosa fu combattuta dall’azienda che temeva che il nome Xerox potesse diventare un marchio generico. La parolaXeroxapparve in alcuni dizionari come sinonimo di fotocopiatura, il che indusse la Xerox corporation a richiedere che la voce fosse modificata e la parola non fosse più utilizzata in tale senso.

In Europa i termini riconducibili al marchio Xerox sono meno comuni, probabilmente per il fatto che qui si diffusero fotocopiatrici prodotte da aziende europee e giapponesi invece di quelle di Xerox.

Nei primianni cinquantalaRCAintrodusse un processo chiamatoelettrofaxin cui le immagini venivano impresse direttamente su speciale carta opportunamente trattata e sviluppata per mezzo ditonerdisperso in un liquido.

Successivi miglioramenti nella tecnologia elettrofotografica portarono progressivamente all’attuale sistema basato su un cilindro fotosensibile su cui viene creata un’immagine elettrostatica ad alto contrasto, sviluppata e trasferita su carta per mezzo di una polvere pigmentata a base di materiali resinosi chiamatatoner, successivamente riscaldata e fusa sulle fibre del foglio.

A partire daglianni novantainiziarono a diffondersi macchine copiatrici in cui il processo xerografico è sostituito da un sistema di scansione e successiva stampa constampante a getto d’inchiostro, a trasferimento termico o laser

Le macchine copiatrici di fascia alta hanno definitivamente adottato la tecnologiadigitale. In pratica consistono di unoscanner d’immaginee unastampante laserintegrate con un computer di gestione.

Questa implementazione ha diversi vantaggi:

miglioramento automatico della qualità dell’immagine
gestione della stampa indipendentemente dalla scansione (per fare n-copie è sufficiente una singola scansione)
possibilità di collegare la macchina a un computer o unarete localeper utilizzarla come stampante o scanner
alcuni modelli sono in grado di inviare le scansioni viae-mail
Sono disponibili sul mercato anche macchine di fascia bassa basate sulla tecnologia digitale, che nei modelli più economici consistono in un normale scanner abbinato a una stampante e necessitano del collegamento a un computer per funzionare. Altri modelli sono in grado di eseguire le copie in modo autonomo. Queste apparecchiature, chiamatestampanti multifunzioneo all-in-one, nelle versioni più semplici hanno un costo d’acquisto ormai inferiore a una macchina xerografica tradizionale, sono spesso in grado di effettuare copie a colori e possono essere usate come scanner e stampanti. Il minore costo è in larga misura dovuto all’assenza della meccanica di precisione e delle ottiche necessarie per garantire una perfetta focalizzazione e sincronia dell’immagine proiettata sul tamburo, indispensabile in una macchina xerografica.

Iltonera colori fu disponibile a partire dagli anni cinquanta, ma macchine copiatrici a colori non furono realizzate fino al1968, quando la3Mrealizzò la copiatriceColor-in-Color, basata però su tecniche disublimazione termicainvece della tecnica elettrofotografica. Nelle macchine xerografiche il toner colorato poteva essere usato al posto di quello nero per produrre copie monocromatiche. La prima fotocopiatrice elettrostatica a colori fu messa in commercio daCanonnel1973.

La fotocopiatura a colori si basa, come la stampa a colori, sul principio dellasintesi sottrattiva: quattro toner diversi (nero,giallo,magenta,cìano) sono usati per comporre i punti dell’immagine. Una tecnologia utilizza quattro diversi tamburi che agiscono come quattro fotocopiatrici distinte, e il foglio li attraversa in successione. Una tecnologia alternativa utilizza un unico tamburo su cui ciascun toner è deposto a turno. Quest’ultima soluzione consente di realizzare macchine più compatte ed economiche.

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Le origini della fabbricazione della carta https://www.cpprinting.it/le-origini-della-fabbricazione-della-carta/ https://www.cpprinting.it/le-origini-della-fabbricazione-della-carta/#respond Mon, 09 Sep 2019 13:41:23 +0000 http://www.cpprinting.it/?p=4090 Innanzitutto è utile sapere che la carta è un prodotto...

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Innanzitutto è utile sapere che la carta è un prodotto conosciuto da millenni: sembra infatti che in Egitto, intorno al 3000-3500 a.C., esistesse già il papiro, considerato come la pietra miliare per l’evoluzione storica dei supporti per la scrittura.

Esso era molto simile alla nostra carta e veniva fabbricato utilizzando una pianta acquatica, il cyperus papyrus, allora molto diffusa lungo il Nilo, in Palestina ed in Sicilia. La parte superiore dello stelo di questa pianta veniva tagliata in strisce longitudinali di basso spessore, larghe pochi centimetri e lunghe oltre un metro. Tali strisce venivano poi disposte, l’una accanto all’altra, sopra un piano orizzontale, in modo da formare uno strato continuo e il più possibile omogeneo.
Su questo primo strato se ne collocava un altro, con l’accortezza di disporre le strisce in modo trasversale rispetto alle prime. Il reticolo, così formato, veniva poi bagnato con acqua e pressato affinché le sostanze collanti contenute nelle fibre della pianta facessero aderire i due strati sovrapposti; successivamente veniva fatto asciugare all’aria.

Incollando i margini di più fogli di papiro, tagliati tutti nelle stesse dimensioni e posti consecutivamente, si otteneva una striscia continua, che nell’uso veniva arrotolata costituendo il «volumen» o rotolo, l’antesignano del nostro libro.

Un altro ottimo materiale su cui scrivere, molto apprezzato per la sua resistenza al tempo, fu la pergamena. Tale materiale, ottenuto da una accurata lavorazione delle pelli di animali di piccola e media mole, costituì il prodotto più largamente usato in tutto il mondo civile fino alla comparsa della carta vera e propria.

Le origini della fabbricazione della carta passano per la Cina. La leggenda e le ipotesi la fanno risalire alla fabbricazione dei feltri, in cui i mongoli erano maestri. Un ministro cinese, Ts’ai Lun, intorno al 105 d.C. (data ovviamente approssimativa) sostituì, nella fabbricazione dei feltri, le fibre animali con quelle vegetali, dando così luogo a quel prodotto che oggi chiamiamo carta.

Per la verità la leggenda di Ts’ai Lun è un po’ più colorita, e, data la sua brevità, vale la pena di raccontarla. Ts’ai Lun si recava ogni giorno presso uno stagno adibito a lavatoio: lì, meditava ed osservava le donne lavare i panni.
Un giorno si accorse che le fibrille, precedentemente staccatesi dai panni logori, a causa dello strofinio e della sbattitura esercitati dalle lavandaie, si accumulavano e si riunivano a mo’ di tessuto. Ts’ai Lun raccolse con delicatezza il sottile velo di fibrille feltratesi in un’ansa dello stagno stesso e lo pose ad essiccare. Nacque così un foglio di una certa consistenza, di colore biancastro ed idoneo per sopportare la scrittura.
Il primo materiale adottato da Ts’ai Lun, una volta messo a punto il procedimento di fabbricazione, fu la corteccia del gelso da carta (Brussonetia papyrifera).
La parte fibrosa della corteccia veniva messa a macerare in acqua, risciacquata e successivamente battuta in mortai di pietra fino ad ottenere una pasta uniforme di fibre cellulosiche. Questa massa di fibre opportunamente diluita con acqua veniva versata sopra la così detta «forma», costituita da una specie di graticcio ottenuto per accostamento di sottilissimi bastoncini di bambù. L’acqua passava attraverso le fenditure del graticcio e le fibre, feltratesi tra loro, restavano in superficie formando un foglio di opportuno spessore che, staccato e levato a mano dalla forma, veniva messo ad essiccare all’aria.

I cinesi, oltre ad essere stati i primi produttori di carta, sono stati anche suoi grandi utilizzatori.
L’impiego della carta come supporto per la scrittura è sicuramente da ricollegare con il tasso di diffusione della cultura; questa nei periodi più antichi, era senza dubbio privilegio di pochi e quindi la domanda di carta per scrivere è stata inizialmente piuttosto ridotta. La carta infatti ancor prima di essere usata come supporto per la scrittura, è stata impiegata, in Cina, come oggetto di vestiario. Le prime citazioni relative a questo uso risalgono al primo secolo a.C. e sempre più frequenti poi divengono negli anni successivi.

Nel periodo 400-900 d.C. i preti taoisti indossavano cappelli di carta come pure gli scolari ed i poeti.

Al sesto secolo risalirebbe l’uso della carta igienica; già allora si usava, come materia prima, un prodotto particolare, fatto con fibre di paglia di riso, più facile da preparare, meno costosa e più morbida. La carta veniva anche usata per costruire aquiloni, lanterne e ventagli; questi ultimi erano prodotti in carta fin dal 300 quando gli imperatori della dinastia Chin vietarono, per questioni economiche, l’uso della seta per la loro preparazione.
L’uso della carta moneta risale probabilmente al nono secolo; si ritiene infatti che in quel periodo, essendo aumentate le transazioni, si sia resa necessaria una moneta più leggera in sostituzione della moneta metallica troppo pesante e poco trasportabile.

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La provenienza e la storia del timbro https://www.cpprinting.it/la-provenienza-e-la-storia-del-timbro/ https://www.cpprinting.it/la-provenienza-e-la-storia-del-timbro/#respond Wed, 27 Mar 2019 11:45:50 +0000 http://www.cpprinting.it/?p=3936 I timbri iniziano la loro storia in Mesopotamia I timbri...

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I timbri iniziano la loro storia in Mesopotamia

I timbri probabilmente hanno una storia che parte da oltre 10.000 anni fa. Tracce di timbri sono state ritrovate da scavi archeologici risalenti a civiltà antiche come imesopotami che producevano timbri con ossa, terracotta legno o rame traforando questi materiali manualmente con l’utilizzo di utensili arcaici, impiegando tempi di realizzazione ad oggi inconsiderabili.

L’evoluzione nelle epoche più vicine

Gli scambi economici sin dal medioevo al boom da prima del Rinascimento portano ad un evoluzionedegli strumenti che autenticano i documenti di scambio. L’economia di certo è un precursore dell’utilizzo del timbro.
L’incisione meccanica, manuale, diventa un metodo di realizzazione dei timbri che vedono con l’ottone un ottimo alleato. Mitiche sono le incisioni su ottone con lettere grandi e personalizzate di personaggi che hanno scritto la storia del timbro e di cui potrebbero narrare la sua vita.

Lasfragistica è lo studio dell’origine dei sigilli e timbri antichi dal punto di vista tecnico, artistico, giuridico e funzionale, nasce nella prima metà del 1700, e studia la storia dei timbri dai tempi dei sigilli impressi sulle pareti della tomba diTutankhamon a timbri più recenti che hanno certificato come è loro compito la storia dell’umanità.
Si pensi a quale importanza nella storia e per la storia i timbri hanno avuto ed hanno tutt’oggi.

L’evoluzione del timbro sino ad oggi

Naturalmente i processi di produzione di oggi sono completamente differenti da quelli iniziali, la tecnologia, l’esperienza e le esigenze hanno portato ad un continuo evolversi del processo di produzione.
Oggi i timbri vengono prodotti con macchinari di precisione con tecnologia laser ed è sempre più evoluta la vendita on line.
La qualità dei particolari è sempre più perfezionata, pensiamo che ad oggi si possono fare timbri con testo dicarattere 4 o 5 punti e anche meno, caratteri molto piccoli, cosa che con i vecchi processi di produzione era quasi impossibile.

Oggi possiamo produrre timbri nel giro di pochissimo tempo e permetterci di poterli consegnare nel giro di 24 ore a costi decisamente sostenibili.

Nonostante la tecnologia e l’evoluzione, il timbro rimane ancora l’elemento certificante l’originalità di qualsiasi documento che quotidianamente enti o privati emanano, dalla semplice fattura alla scheda elettorale o ad un trattato tra uno stato e un’altro, la marcatura di documenti come patente e carta d’identità, passaporti.
Chiedersi quale sia il futuro del timbro ad oggi non si può ancora sapere, ma di certo avrà una vita ancora lunga.

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Coccoina una storia tutta Italiana https://www.cpprinting.it/coccoina-una-storia-tutta-italiana/ https://www.cpprinting.it/coccoina-una-storia-tutta-italiana/#respond Fri, 12 Feb 2016 11:18:03 +0000 http://suprema.select-themes.com/?p=2667 La storia della colla Coccoina inizia nel lontano 1927 quando...

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La storia della colla Coccoina inizia nel lontano 1927 quando la Balma, Capoduri & C. (già attiva nel mercato della cancelleria dal 1924 grazie alla vendita di vari articoli tra cui cucitrici e punti metallici ZENITH) mise in commercio la prima fra tutte le paste adesive italiane. Un prodotto naturale a base di destrina di fecola di patate in acqua a cui veniva aggiunta una profumazione alla mandorla.

La Balma, Capoduri & C. mostrò fin da subito una spiccata vocazione industriale con investimenti importanti in macchinari e strutture. In azienda ogni cosa (anche gli imballi di cartone) venivano sviluppati internamente e prodotti in maniera autonoma.Il brand Coccoina si impose sul mercato con il tipico barattolo in alluminio che all’interno prevedeva un alloggiamento per il pennello indispensabile per stendere la colla sulla superficie da incollare. Particolarmente apprezzata dagli utenti, oltre alla profumazione, era la facilità di utilizzo.

La colla ebbe un grande successo non solo negli uffici, ambito per la quale era stata ideata, ma anche e soprattutto in ambito scolastico e fotografico. Il barattolo inoltre era stato studiato per assomigliare ad un prodotto di bellezza piuttosto che da ufficio. Il packaging trasmetteva stile e modernità e forse è stata proprio questa la trovata che ha dato il via al successo della Coccoina.

Al giorno d’oggi esistono diversi prodotti a marchio Coccoina realizzati per venire incontro alle esigenze di tutti gli utenti:

·         Colla in pasta: la classica Coccoina in barattolo di alluminio e pennello, disponibile in formati di diverse quantità da 50g a 125g. I formati più grandi, fino a 5kg, sono realizzati in plastica.

·         Colla liquida (prodotta dal 1984): ideale per l’incollaggio di carta, cartoni, foto, tessuti, etichette e molto altro, i tubetti sono apprezzati per la facilità di utilizzo. Esistono due versioni, una con spugnetta stendicolla ed una con beccuccio.

·         Colla vinilica bianca: a base di acetato di polivinile (senza solventi) si distingue rispetto alle concorrenti per l’originale tubetto che richiama lo stile del celebre barattolo. Ideale per la scuola e i lavoretti di bricolage.

·         Colla stick (prodotta dal 2006): a base di polivinilpirrolidone (senza solventi) è disponibile in tre formati e permette di incollare rapidamente carta, cartoni e foto. La colla è compatta ma semplice da stendere e lavabile.

I prodotti Coccoina in tempi recenti hanno riscosso un buon successo sui mercati esteri (prevalentemente giapponese e statunitense) proprio grazie alla composizione naturale della colla e, soprattutto, grazie all’estetica vintage del tipico barattolo d’alluminio.
Però il prodotto avrà sempre un posto di favore nel cuore di tutti gli italiani, di tutte le persone che manterranno il ricordo della colla profumata che utilizzavano da bambini e che ancora oggi viene utilizzata dai loro figli e nipoti!

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